venerdì 21 ottobre 2016

Presentazione del nuovo libro G.R.S.: "Gigantes de Pedras", Condaghes 2016.


Il G.R.S. Gruppo Ricerche Sardegna è orgoglioso di annunciare la 3° conferenza del libro "Gigantes de Pedras, I nuraghi: templi della luce", presso la sede dell'associazione culturale Crakeras, ad Oristano.

Sinossi del libro:
<< Il volume si divide in tre parti,sapientemente distribuite tra il testo cartaceo e gli approfondimenti contenuti nel DVD allegato.
1) Uno studio accurato sui possibili metodi adottati dai nuragici per la costruzione e l’insediamento dei nuraghi costieri e portuali, Comunicatori e Clusters.
2) Un saggio sull’aspetto puramente architettonico dei nuraghi,con uno studio sostanziale sui cosidetti nuraghi Monotorre e le torri arcaiche dei nuraghi complessi.
3) L’esposizione di diversi casi di studio sul verificarsi di eventi astronomici all’interno di numerosi monumenti (Il tecnicismo della luce del toro, il tema delle stanze del sole, e la ricerca sul fenomeno della luce dai fori apicali).
Tombe dei giganti, pozzi sacri, templi a megaron, rotonde, capanne lustrali, domus de Janas e menhir sono tappe altrettanto importanti di questo affascinante percorso alla scoperta dell’ingegno e dello spirito di quel popolo che riuscì a innalzare verso il cielo questi Giganti di Pietra.>>

Vi aspettiamo sabato 22 ottobre 2016 alle ore 18:00.
Non mancate.

mercoledì 24 febbraio 2016

Autolesionismo CINE-archeologico in Sardegna.


Foto by Dymet

Queste sono le scale per lo "Skellig Michael Monastery", in Irlanda. Sono state riprese per le scene finali dell'ultimo Guerre Stellari (Star Wars). Milioni di persone al mondo hanno visto i bellissimi paesaggi che caratterizzano questo luogo, la sua importanza non è solo storica, ma anche archeologica.
Pensate forse che quando è giunta la richiesta per girare le scene, l'ente di riferimento che gestisce il turismo ed i beni archeologici irlandesi si sia messo il problema di sembrare nazionalista, di dare un taglio fantascientifico alla cultura irlandese o menate varie al seguito? Stiamo pur parlando di Guerre Stellari, insomma: astronavi, distanze siderali, cavalieri Jedi armati di spade Laser, non è che qualcuno potrebbe pensare che questo posto sia stato costruito dagli alieni? Non è che qualcuno potrebbe fraintendere la storia di questo luogo, e pensare che sia semplicemente il set di un episodio di un film? Al turismo Irlandese questo non importa un beneamato fico. L'importante è che il mondo conosca questo luogo bellissimo, e che venga a visitarlo, come primo passo sapranno cosa è, dopo verrà istruito a dovere sulla sua storia e sulla sua importanza, forse anche condendo il tutto con un po' di mitologia. L'equazione: cinema (con rispetto per quello che si usa)=visibilità=soldi non penso sia difficile da capire, e presumo che chi gestisce i beni culturali Irlandesi lo sappia bene e ci abbia visto lungo. Invece in SARDEGNA, nel nome di chissà quale filosofia autolesionistica, che fa sempre riferimento alla "purezza" dell'archeologia senza se e senza ma, sino all parodia più indescrivibile di è stessa, siamo riusciti a boicottare un'opportunità come le riprese di "Iskida nella terra di Nurak", libro Fantasy di Andrea Atzori e futuro progetto cinematografico seguito nientemeno che da Anthony la Molinara (famoso per Spider Man). Sarebbe stata un'opportunità per far conoscere al mondo i nostri incredibili Nuraghi, strutture ciclopiche dell'età del bronzo realizzate senza cemento, con massi pesanti diverse tonnellate, monumenti che spesso non conoscono neanche gli archeologi Italiani, senza parlare di quelli Europei, figuriamoci la gente comune! Sappiate che la gente comune, negli altri paesi, conosce a malapena il nome Sardegna. A quale crescita turistica possiamo auspicare, se continuiamo a metterci continuamente i bastoni tra le ruote da soli?
Think about it!





Il nuraghe Corbos di Silanus, da Wikipedia.

domenica 14 febbraio 2016

Zigantes de Pedras Tomo II: Recensione di Gabriele Maestri

Dopo aver letto il secondo volume ”Architettura sacra” dell’opera “Zigantes De Pedras” a cura del G.R.S. – Sandro Garau, Alessandro Atzeni , Tonino Mura – mi preme di fare alcune osservazioni.
Per prima cosa vorrei “sgridare” i tre autori perché hanno scritto e pubblicato questi libri con alcuni anni di ritardo. Non avendo a disposizione questi libri sono stato costretto a visitate negli anni passati i nuraghi, pozzi, tombe, insediamenti e quant’altro di nuragico unicamente con il piglio da turista. Guardi, capisci poco, fai un casino di foto e ti sembra di aver inteso tutto. E molti di questi da me visitati sono descritti nel libro, e sono evidenziate le cose che da buon turista non avevo notato. Pertanto la “sgridata” ve la siete meritata tutta.
A parte questa che potrebbe sembrare una battuta, mi voglio congratulare con questi tre signori per l’opera che hanno realizzato. Ho già avuto in passato l’occasione di apprezzare gli scritti del G.R.S. come il Tomo I dei Zigantes…, o come “La Luce del Toro” o altri interventi nei social e nei forum e con uno di loro anche di persona.
Sempre semplici, logici, chiari, documentati e con tanta voglia non di darti delle tesi assolute, bensì la voglia di portare chi legge attraverso un chiaro e documentato percorso mentale che conduce a delle conclusioni difficilmente contrastabili.
Nel libro moltissime foto, schemi, schede, non di uno o due nuraghi, ma di decine da loro visitati, fotografati e misurati in ogni particolare. E attraverso questa conoscenza acquisita sul campo presentano le logiche conclusioni. Per documentare gli spessori murari mettono le misure di 37 camere delle torri. O per ragionare sui mensoloni mettono la forma e le misure di 42 mensoloni diversi, decine di piante delle torri, oppure 16 pagine di schede complete di nuraghi monotorre e complessi.
Una mole di materiale sulla quale ragionare.
Difficile commentare tutto il contenuto e forse è meglio che chi è interessato al tema si procuri i tre libri della collana. Mi soffermo brevemente su alcuni aspetti che maggiormente mi hanno intrigato.
- La “cucitura dei paramenti” e “posa e registrazione” della torre. I corridoi e spazi interni progettati prima ancora di mettere su la prima pietra. Al solo pensare quanto ingegno, quanto lavoro organizzativo, quanti attrezzi e macchinari di ogni specie, conoscenze geologiche e di stabilità della struttura di questa mole, quanta immaginazione hanno avuto questi costruttori, vien voglia di chinare il capo con estrema umiltà nei loro confronti. E pensare che per fare diverse migliaia di queste torri le “ditte” costruttrici dovevano essere tante.
- L’utilizzo delle nicchie poste su diverse altezze come depositi delle spoglie mortali con relativi corredi. Come nei tempi moderni all’interno delle cattedrali si facevano inumare i personaggi di alto rango civile ed ecclesiastico, così nel periodo nuragico si deponevano nelle nicchie le spoglie probabilmente dei personaggi di alto rango. Nel testo non c’è scritto se sono state trovati solo dei corredi o anche urne cinerarie o anche le ossa dello scheletro. Nell’ultimo caso si sarebbero potute fare delle indagini di varia natura.
- Il passaggio architettonico e stilistico visibile in diversi particolari dei betili torre, altari in pietra, pozzi sacri e rotonde nel periodo tra la fine della costruzione dei nuraghi e secoli successivi.
Sono citati e descritti coi particolari diversi tra pozzi e edifici cultuali. Mi è dispiaciuto di non aver visto la descrizione particolareggiata (anche se indicata nella tabella dei pozzi – 47 in tutto) del complesso di Mezanni di Vallermosa composto da alcuni pozzi a raso, un pozzo coperto, due aree cultuali. Molto suggestivo anche per la localizzazione. E’ stato l’ultimo monumento che ho visto in terra sarda.
(mio album qui: https://photos.google.com/…/AF1QipPVGZQr6OSs5-vOIMszzHrgUML… )
- Osservazioni su giganti di Monti Prama, cosa rappresentavano e come erano situati all’interno del complesso. Concordo (per quel che vale) con l’idea che rappresentassero dei combattenti-atleti. Secondo me, e lo suggeriscono anche gli autori, non nel senso sportivo bensì come lottatori nelle cerimonie cultuali e funerarie. Simili attività erano in uso presso Camuni, Campani, Etruschi.
Le corna probabilmente infisse nei fori dei betili per “santificare” il modellino torre nuragica.
Tra molti popoli e in diverse epoche le corna indicavano uno status di eroe, sacerdote, simildivinità.
Nei tempi storici, periodo vichingo, a dispetto dei romanzi folcloristici che volevano le corna su ogni elmo, queste erano riservate ai soli einherjar ossia eroi caduti in combattimento.
Quindi i giganti come eroi divinizzati sono la spiegazione più plausibile.
Un ultima osservazione, per la quantità di materiale che a volte costringe a tornare ai capitoli già letti per capire meglio e confrontare i dati, sarebbe forse stato meglio dividere il tomo in due volumi più facili da maneggiare.
Adesso mi prendo una piccola pausa di qualche giorno/settimana e comincio il tomo III.

Complimenti ancora.