martedì 8 dicembre 2015

Zigantes de Pedras: Tomo III, Archeostronomia nuragica



Dal tempo della pubblicazione del libro “La Luce del Toro” era desiderio degli autori scrivere un testo ben più esaustivo. Il testo, nato come un singolo volume, è stato diviso sin dall’inizio, per comodità, in tre parti principali: insediamento, architettura ed astronomia. Per questioni editoriali, tuttavia, è stato necessario suddividere fisicamente le varie parti, ora distinte in volume I: “Insediamento” in pratica uno studio sulle modalità adottate dai nuragici per la costruzione dei loro monumenti eponimi, volume II: “Architettura Sacra”, che affronta il tema da un punto di vista puramente costruttivo, ed infine il volume III: che vi apprestate a leggere, che tratta di archeoastronomia prenuragica e nuragica. Questo terzo ed ultimo volume, o “Tomo III”, di Zigantes de Pedras, si focalizza sull’aspetto archeoastronomico dei nuraghi. Dopo una doverosa introduzione, vengono esposti ed indagati diversi “casi di studio” individuati dagli autori in anni di ricerche. Il tema dei “La luce del Toro” strettamente connesso al tema delle stanze del sole. Oltre alla ricerca sui “fori apicali”, già affrontata in passato ed esposta in maniera preliminare dagli stessi autori sulle pagine delle riviste “Lacanas” e “Fenix”. In definitiva questo terzo volume, espone le principali ricerche degli autori in materia archeoastronomica; in accordo a quanto trattato nei precedenti due volumi e ponendo così una risposta definitiva (secondo gli autori) su cosa servissero i nuraghi.
Attualmente sono disponibili tutti e tre i tomi, per un tempo limitato, potete richiedere le copie contattandoci attraverso la nostra pagina su facebook o sui nostri siti:

https://www.facebook.com/GRS-Gruppo-Ricerche-Sardegna-241224529263628/



sabato 5 dicembre 2015

Zigantes de Pedras, Tomo II, Architettura Sacra



Dal tempo della pubblicazione del libro “La Luce del Toro” era desiderio degli autori scrivere un testo ben più esaustivo. Il testo, nato come un singolo volume, è stato diviso sin dall’inizio, per comodità, in tre parti principali: insediamento, architettura ed astronomia. Per questioni editoriali, tuttavia, è stato necessario suddividere fisicamente le varie parti, ora distinte in volume I: “Insediamento” in pratica uno studio sulle modalità adottate dai nuragici per la costruzione dei loro monumenti eponimi, volume II: “Architettura Sacra”, che affronta il tema da un punto di vista puramente costruttivo, ed infine il volume III: che tratta d’archeoastronomia prenuragica e nuragica. Questo secondo volume, o “Tomo II”, di Zigantes de Pedras che il lettore si appresta a leggere, tratta dell’aspetto puramente architettonico dei nuraghi, dedicandosi in maniera approfondita ai cosiddetti nuraghi “monotorre” o alle “torri arcaiche” dei nuraghi complessi. Dopo una necessaria premessa sulle tipologie di murature nuragiche, vengono esposti ed indagati diversi “casi di studio” individuati dagli autori in anni di ricerche. Il tema dei fori pontai, già affrontato in passato ed esposto in maniera preliminare dagli stessi autori sulle pagine della rivista “Sardegna Antica”, si ricollega a quello dei mensoloni osservati in moltissimi nuraghi. Riguardo questo tema, oggetto di accesa discussione, si allaccia la ricerca relativa alle “grappe in piombo”, che ha condotto gli autori verso nuove, interessanti ipotesi ricostruttive. In definitiva, l’analisi architettonica esposta in questo secondo volume, serve per preparare il campo al terzo ed ultimo volume, spiegando il perché sia praticamente possibile osservare certi fenomeni astronomici all'interno di numerosi monumenti nuragici.
Attualmente è disponibile il presente tomo e potete richiedere la copia del precedente volume (Tomo I) “Insediamento”, entrambi per un tempo limitato. Potete richiedere le copie contattandoci attraverso la nostra pagina su facebook o sui nostri siti:

https://www.facebook.com/GRS-Gruppo-Ricerche-Sardegna-241224529263628/



A breve termine sarà disponibile anche l'ultimo volume:

Tomo III “ Archeoastronomia nuragica”

martedì 15 settembre 2015

Zigantes de Pedras, Tomo I: Recensione di Gabriele Maestri



Copertina del Tomo I.


Indice.


Alessandro al nuraghe Is Orixeddus I.


Il monte Acutzu.


Il monte Murtineddu.


Di Gabriele Maestri:

Alcune riflessioni dopo aver letto il libro del G.R.S. Gruppo Ricerche Sardegna di S. Garau, Alessandro Atzeni e T. Mura;
Zigantes de Pedras, Tomo 1 – Insediamento".
Come già il libro precedente del G.R.S. “La Luce del Toro”, anche questo è scritto in modo facile, senza inutili capriole, ben spiegato e ben documentato.
Il libro inizia con una breve spiegazione della tipologia di nuraghi per passare subito dopo alla parte riguardante i nuraghi costieri e quelli lungo i fiumi. Ben presentata e ben argomentata è accompagnata da molte fotografie. Leggendo questa parte del libro si comprende bene come il controllo delle vie d’acqua interne e marittime non poteva che essere svolto dai sardi residenti dell’epoca nuragica. L’attività di trasporto sui fiumi era senz'altro più veloce e sicura che sui sentieri e strade tortuose. Anche se in 3000 e passa anni la morfologia del territorio in pianura e a ridosso delle colline e montagne è cambiata nascondendo probabilmente i vecchi alvei dei fiumi, si capisce bene l’importanza della navigazione fluviale collegata con quella marittima. Da qui si capisce la necessità di controllare queste importanti vie di comunicazione. Costruendo tantissimi nuraghi nelle posizioni opportune sia sulla costa che lungo i fiumi si ha l’impressione che queste popolazioni difficilmente potevano essere in competizione violenta. Era necessaria un’unitarietà d’intenti, una politica mercantile e sociale comune, un governo comune almeno delle zone che dal mare si sviluppavano nel entroterra lungo i fiumi e nelle valli laterali. Non so se potevano essere i famosi cantoni, ma comunque da lì prima o poi nasceva uno stato.
Penso che continuando le ricerche per individuare vecchi alvei dei fiumi si troverebbero forse resti delle imbarcazioni o dei pontili delle zone di scambio merci interne. Nel periodo del bronzo la Sardegna quasi tutta era interessata da una zona climatica atlantica con molte precipitazioni. L'acqua scendendo dai monti a forte velocità cambiava spesso il letto aggirando anche robuste zone collinari. Da questa parte del Tirreno, Reggio Emilia e dintorni, i fiumi si sono spostati in modo naturale di decine di chilometri. Partendo dal punto di sbocco della valle montana e seguendo le conoidi d’eiezione sono stati ricostruiti molti alvei di fiumi grandi e piccoli e di cui spostamento si registrava ancora nel medioevo.
Avere soldi e tempo per fare queste indagini si potrebbe forse trovare qualcosa di interessante.
Intanto accontentiamoci di teoria che è ben documentata e spiegata.

La parte successiva riguarda l’organizzazione delle comunicazioni tra diversi gruppi di nuraghi qui definiti cluster e il controllo del territorio da parte di questi gruppi.
Per poterlo spiegare bene gli scriventi si sono fatti centinaia di chilometri a piedi per verificare la bontà delle loro affermazioni. Con uno di loro, Alessandro Atzeni, ho avuto il piacere di visitare il gruppo di Is Orixeddus (Quartu S. Elena) descritto in questo libro.
Ci sono molte cartine con indicati collegamenti tra nuraghi dei vari cluster tramite un nuraghe chiave o ponte. Le cartine topografiche hanno evidenziate le curve di livello, il che permette di farsi un'idea di posizione e di contatto visivo tra diversi nuraghi.
Non devo aggiungere che la tesi esposta nel libro si oppone alla tesi di “sistema Onnis”, secondo me con successo.
Ci sono molte foto, purtroppo in bianco nero, non sempre di buona qualità. Per questi testi sarebbe forse opportuno allegare un CD con foto a colori e magari in 3D.
Una delle zone prese in considerazione è quella di Quartu. Nel 2012 sono stato con Alessandro a vedere i nuraghi del gruppo Is Orixeddus e lì ho scattato alcune foto che presento qui.
Nella prima c’è Alessandro sulle rovine di Orixeddus 2, segue una catena montuosa ripresa da Is Orixeddus 2, che è il monte Acutzu, con un nuraghe ed il monte Bruncu Casteddu; la terza foto è fatta da Is Orixeddus 1, riprende il monte Murtineddu. Sul passo tra questo monte e il M. Acutzu c’è un nuraghe che collegava i due gruppicluster di nuraghi. Questi monti che dividono i due cluster sono descritti nel libro.

Il libro termina con due domande/ipotesi .
I nuraghi, per il controllo del territorio, almeno uno per gruppo, sono stati costruiti prima del nuraghe ponte? Solo successivamente si è palesata la necessità di un collegamento? Questo ci direbbe che c’è stata un evoluzione di due o più gruppi residenti nelle zone limitrofe che per qualche ragione ha sentito bisogno di creare e mantenere un collegamento per un migliore ed efficace controllo del territorio e che da quel momento in poi non era più inteso individualmente ma come un estensione di tipo nazionale o parastatale.
Oppure: individuato il territorio sul quale disporre due o più gruppi si è prima costruito il nuraghe ponte e dopo i nuraghi delle zone residenziali? In questo caso si avrebbe una pianificazione del territorio di tipo coloniale. Un potere politico/militare decide di collegare e controllare più zone abitate e prima di costruire i nuraghi per il controllo del territorio costruisce il nuraghe ponte.
Come facilmente si capisce, in questo secondo caso si tratterebbe di un organizzazione territoriale e politica di livello superiore.
Una domanda per finire: cosa si intende per il controllo del territorio con una serie di nuraghi anche molto vicini tra loro? Per costruirne uno ci voleva tempo, uomini, soldi e popolazione di supporto che mantenesse ben pasciuti gli operai. Questo per fare un nuraghe poteva già essere un problema, ma per costruirne tanti nei tempi abbastanza ristretti doveva essere molto impegnativo. Il controllo del territorio era possibile in altro modo? Con altre costruzioni meno impegnative? Collegamento visivo con altre costruzioni si poteva fare? Mancava forse il legname in Sardegna?

Ancora complimenti agli studiosi del G.R.S. ed un ringraziamento ad Alessandro per il libro e la dedica.

Pagina Facebook dove richiedere il libro.

lunedì 20 luglio 2015

Zigantes de Pedras: Tomo I, Insediamento.




Dal tempo della pubblicazione del libro “La Luce del Toro” era desiderio degli autori
scrivere un testo ben più esaustivo. Il testo, nato come un singolo volume, è stato diviso sin
dall'inizio, per comodità, in tre parti principali: insediamento, architettura ed astronomia.
Per questioni editoriali, tuttavia, è stato necessario suddividere fisicamente le varie parti, ora
distinte in volume I: “Insediamento” in pratica uno studio sulle modalità adottate dai nuragici
per la costruzione dei loro monumenti eponimi, volume II: “Architettura”, che affronta il
tema da un punto di vista puramente costruttivo, ed infine il volume III: che tratta di “archeoastronomia”prenuragica e nuragica.
Questo primo volume, o “Tomo I”, di Zigantes de Pedras che il lettore si appresta a leggere, si focalizza sull'aspetto insediativo dei nuraghi,analizzando il soggetto sotto diversi punti di vista.
Il tema dei“nuraghi costieri” e dei nuraghi “portuali”, già affrontato in passato ed esposto in maniera preliminare dagli stessi autori sulle pagine della rivista “Sardegna Antica”, si ricollega a
quello dei nuraghi costruiti lungo le principali vie d'acqua, oltre che essere strettamente connesso al tema dei così detti “nuraghi comunicatori” e dei “sistemi a gruppi” o meglio“clusters”.
In definitiva questo primo volume, abbastanza contenuto e leggero nella trattazione,
espone le principali risposte secondo gli autori, sul perché i nuraghi vengano insediati
in particolari posizioni piuttosto che altre.
Attualmente è disponibile e potete richiedere la copia del Tomo I “Insediamento”, la vendita sarà disponibile solo per un periodo limitato. Potete ricevere il volume contattandoci attraverso la nostra pagina facebook o i nostri siti:


A breve termine saranno inseriti anche gli altri volumi e in questa sede verrà comunicato la loro disponibilità :
Tomo II “Architettura”

Tomo III “Archeoastronomia”