lunedì 28 gennaio 2013

I cereali nell'evoluzione del cane


Quando l'agricoltura trasformò il lupo in cane

Il confronto fra il genoma dei due animali ha messo in luce che i cambiamenti comportamentali sono andati di pari passo con quelli del metabolismo degli amidi: durante il lungo periodo di introduzione dell'agricoltura, le discariche di rifiuti degli insediamenti umani divennero una risorsa per i lupi che vivevano nei dintorni, favorendo la selezione di geni utili sia per un uso efficiente degli amidi sia per un comportamento più compatibile con la vita insieme agli esseri umani
La nascita dell'agricoltura non è stata un momento cruciale soltanto per l'umanità, ma anche per l'evoluzione del lupo in cane domestico. A testimoniarlo sono alcune regioni genetiche, ora identificate da un gruppo di ricercatori dell'Università di Uppsala, che sarebbero alla base di cambiamenti comportamentali e adattamenti cruciali.

Come si legge in un articolo pubblicato su “Nature”, Åke Hedhammar, Kerstin Lindblad-Toh e collaboratori hanno dimostrato che durante il processo di domesticazione è avvenuta un'evoluzione parallela di geni che modulano il comportamento e di geni che hanno un ruolo chiave nella digestione degli amidi.

I ricercatori hanno ri-sequenziato e confrontato l'intero genoma del cane domestico e del lupo, identificando 3.800.000 varianti genetiche grazie a cui sono riusciti a a isolare 36 regioni genetiche che risultano essere state sottoposte a una lunga pressione selettiva. Diciannove di queste regioni contengono geni importanti per le funzioni cerebralI: in particolare, otto di questi geni riguardano  percorsi di sviluppo del sistema nervoso correlabili a cambiamenti del comportamento essenziali per una vita assieme all'uomo. Chiari segni di selezione riguardano anche dieci geni che presiedono al metabolismo dei grassi e, soprattutto, alla digestione degli amidi.
Allo stato attuale – osservano i ricercatori - non è ancora chiaro come e perché i cani siano stati addomesticati. Può darsi che l'uomo abbia catturato e allevato cuccioli di lupo per sfruttarli per fare la guardia o per cacciare, selezionandone poi i caratteri più utili per questi nuovi ruoli. Ma è anche possibile - e i risultati di Hedhammar e colleghi sembrano suggerirlo – che la forza trainante del processo di domesticazione sia stato uncambiamento della nicchia ecologica occupata da alcuni gruppi di lupi durante il periodo in cui l'essere umano stava passando da uno stile di vita nomade a uno sedentario, all'alba della rivoluzione agricola.

I lupi potrebbero essere stati attratti dalle discariche vicine ai primi insediamenti umani – come accade oggi nelle aree antropizzate dei parchi naturali - e la selezione naturale può aver favorito i tratti che consentivano un uso efficiente della nuova risorsa ricca di amidi, innescando l'evoluzione di lupi “spazzini”, dai quali si sarebbero discesi i cani moderni. I più antichi resti fossili di un cane sicuramente vissuto con l'uomo sono stati ritrovati insieme a resti umani in una tomba della cultura natufiana, in Israele, e risalgono a 11.000-12.000 anni fa circa.

Articolo preso da “Le scienze”:
http://www.lescienze.it/news/2013/01/23/news/cane_domesticazione_lupo_geni_metabolsimo_amidi-1472118/

Articolo originale su Nature:
http://www.nature.com/nature/journal/vaop/ncurrent/full/nature11837.html