mercoledì 2 marzo 2011

«Il villaggio nuragico di Ploaghe cancellato dal nastro d'asfalto»

SASSARI. È il primo, in sala, a dire che c'è qualcosa che non va. Rubens D'Oriano, archeologo, parla in rappresentanza della Soprintendenza ai beni archeologici. E difende «un patrimonio collettivo sul quale un intervento come questo inevitabilmente va a incidere».

Fa una premessa: «La legge 163 del 2006 stabilisce che i progetti delle opere pubbliche debbano essere trasmessi alla Soprintendenza in fase preliminare, in modo da consentire i sopralluoghi nel territorio». Poi aggiunge: «Questa fase, per quanto riguarda i lotti zero e uno, non è stata ancora completato». Significa che, al momento, la Soprintendenza non ha in mano un quadro completo, dunque non può dire quanto impatta la strada, complessivamente, sul patrimonio archeologico della zona.

Per ora, l'unica certezza riguarda un villaggio nuragico a Ploaghe: il sopralluogo ha consentito di verificare che verrebbe in parte cancellato dal nuovo nastro d'asfalto. Per questo D'Oriano, chiamato a esprimere un parere favorevole o contrario al progetto, spiega che «sarebbe meglio approfondire, fare ulteriori verifiche.

Per, eventualmente, modificare il tracciato per tutelare i beni già rilevati e quelli che potranno emergere. Perché - sottolinea - da parte mia non c'è alcuna volontà di ostacolare la realizzazione di un'opera pubblica fondamentale. Ma i sopralluoghi sui territori sono fondamentali».

Antonio Scalamandrei, dirigente dell'Anas, invita a fare presto: «Vorrei che gli studi archeologici si concludessero entro marzo, prima dei bandi, in modo da pianificare interventi aggiuntivi e darne comunicazione alle imprese». D'Oriano è soddisfatto, ma i tempi sono stretti, difficilmente saranno rispettati. Forse però almeno il villaggio nuragico potrà essere salvato.


Articolo di Silvia Sanna,
Da la nuova Sardegna
http://lanuovasardegna.gelocal.it/sardegna/2011/03/02/news/il-villaggio-nuragico-di-ploaghe-cancellato-dal-nastro-d-asfalto-3576904

martedì 1 marzo 2011

Cabras, depredato dai tombaroli il nuraghe di Sa piscina arrubia

CABRAS. L'obiettivo era facile come pochi. I tombaroli che hanno preso di mira il piccolo (e dimenticato) complesso nuragico di Sa piscina arrubia hanno lavorare in tutta tranquillità, protetti dall' oscurità della notte, e al riparo da occhi indiscreti. Molto probabilmente lo scavo è andato avanti per parecchio tempo, tanto che gli intrusi sono riusciti a penetrare nella terra accumulata all' interno della torre principale per almeno un metro e mezzo di profondità.

Sul posto, ieri, c'erano ancora alcuni degli attrezzi utilizzati per lo scavo: una pertica di metallo, per sondare il terreno, e una coppia di secchi, utili per rimuovere i detriti accumulati nel corso del lavoro. Impossibile stabilire con esattezza cosa abbiano trovato.

La parte visibile del nuraghe è solo la cima del complesso, il resto, come fosse un iceberg, è sepolto sotto metri di terra compattata nei millenni. Una situazione comune a molti dei circa cento nuraghi censiti nella penisola del Sinis. Una particolarità, unita allo scarso controllo, che fa di questo territorio la meta più ambita dai tombaroli. Sono in tanti a battere a tappeto il Sinis alla ricerca di preziosi reperti da piazzare sul mercato nero. D'altra parte, la zona, soprattutto durante la notte, è terra di nessuno. Gli unici habituè sono per lo più ladri e ladruncoli che prendono di mira le tante aziende agricole e quelli che, appunto, vanno alla ricerca del loro personalissimo "Santo Graal".

Il nuraghe di Sa piscina arrubia non fa eccezione, nonostante sia visibile anche dalla strada provinciale che conduce a Is Aruttas l'affascinate complesso nuragico, dotato anche di una piscina naturale, alla quale si deve il nome, è frequentato da incoscienti, piuttosto che emuli, di Indiana Jones. Infatti, la tenuta statica del nuraghe è compromessa dal tempo e dall'incuria dell' uomo e il pericolo di crollo è più che una semplice eventualità.

Un rischio, quello di finire sepolti, sottolineato dalla dottoressa Carla del Vais, archeologa e curatrice del museo civico di Cabras, che ieri sera ha effettuato un sopralluogo. «Per il momento posso solo dire che non si tratta di uno scavo autorizzato, anche perché il complesso potrebbe crollare da un momento all'altro e le tecniche utilizzate dagli esperti sarebbero state molto diverse», ha detto l'archeologa che ha aggiunto, «i tombaroli potrebbero essere persone del tutto improvvisate, il nuraghe in questione è uno tra i meglio conservati e conosciuti. E' improbabile ora possa riaffiorare qualcosa di particolarmente prezioso».

Ma i ladri si accontentano anche di oggetti non necessariamente rarissimi convinti comunque di emulare Heinrich Schliemann, il ricco commerciante tedesco appassionato di archeologia che per primo si imbattè nelle rovine di Troia e nel tesoro di Priamo.

Di Claudio Zoccheddu
dal sito della Nuova Sardegna (All rights reserved-Tutti i diritti riservati)
http://lanuovasardegna.gelocal.it/sardegna/2011/03/01/news/cabras-depredato-dai-tombaroli-il-nuraghe-di-sa-piscina-arrubia-3567310